“Saudi Arabia is changing”, but for the better? The question arose in the aftermath of what was officially called as the “Scary Weekend”…

“Saudi Arabia is changing”, but for the better? The question arose in the aftermath of what was officially called as the “Scary Weekend”…
“L’Arabia Saudita sta cambiando”, ma per il meglio? La domanda sorge spontanea dopo i festeggiamenti che si sono svolti a Riyāḍ per quello che è stato ufficialmente definito il “Weekend spaventoso” (Scary Weekend).
Per quei musulmani che in Italia non cadono nella trappola dell’estremismo in versione “anti-stato islamico”, ecco pronta un’altra trappola: quella dei “centri sociali”.
I soldatini di Shayṭān, “sviati” e falsi mujāhidīn, continuano a manipolare il messaggio dell’Islām strumentalizzando anche i Ghurabā’, gli “sconosciuti” evocati in vari aḥadīth dal Profeta Muhammad saw.
Sorry to say, but there must be something really wrong with Pakistan. This sad consideration arose spontaneously after learning of the new terrorist attack that hit the city of Peshawar.
Dispiace di dirlo, ma nel Pakistan c’è davvero qualcosa che non va. L’amara considerazione è sorta spontanea dopo aver appreso dell’ennesimo attacco terroristico che ha colpito la città di Peshawar.
Il conflitto armato che ha travolto l’Ucraina non si limita ad uno scontro tra kuffar, ma chiama in causa anche la Ummah.
The armed conflict engulfing Ukraine is not limited to a clash between kuffars, but involves the Ummah too.
Fawāz is safe, Alhamdullilāh! A week after the passing of little Rayān in Morocco, there is relief for the release of the 6-year-old boy kidnapped more than 3 months ago in the Dar’ā district in Syria.
Fawāz è salvo, Alhamdullilāh! A una settimana di distanza dalla scomparsa del piccolo Rayān in Marocco, c’è sollievo per la liberazione del bambino di 6 anni rapito più di 3 mesi fa nel distretto di Dar’ā in Siria. Un lungo strazio, a cui tuttavia non è corrisposto da parte della Ummah lo stesso livello di coinvolgimento collettivo che ha caratterizzato il caso di Rayān.
Muslims’ answer to the question posed by the title of this article can only be a firm and unequivocal “NO”, with no ifs and buts… Yet, it has been a young Muslim ‒ Ali Harbi Ali, a 25-year-old British citizen of Somali origin ‒ to riddle with shots the body of member of parliament David Amess.
“Non ci dobbiamo scoraggiare. Dobbiamo continuare a dirlo forte e chiaro: l’Islām no, non c’entra niente, ma certi musulmani c’entrano eccome. Il problema sono loro, che dell’Islām non hanno capito niente!”.
We receive and publish a comment that Swordless Jihād received from an Italian sister, Iman F., a Muslim by birth, featuring considerations of profound insight and sensitivity that many reflections have generated within the editorial staff of the blog. Enjoy the reading!
Riceviamo e pubblichiamo un commento giunto a Jihad senza Spada da parte di una sorella italiana, Iman F., musulmana di nascita, con spunti di profondo acume e sensibilità che non poche riflessioni hanno generato all’interno della redazione del blog. Buona lettura!
La risposta dei musulmani all’interrogativo posto dal titolo di questo articolo non può che essere un secco ed inequivocabile “NO”, senza se e senza ma… Eppure, musulmano si professava anche Ali Harbi Ali, il 25enne che ha crivellato di colpi il deputato britannico David Amess.