CACCIATELI DI CASA! LA RIVOLTA DELLE DONNE MUSULMANE PARTE DA BRESCIA

Brescia in Lombardia è la città con la più alta concentrazione di popolazione musulmana in Italia rispetto al numero complessivo di abitanti. Un motivo in più per attrarre le attenzioni di destrorsi e populisti vari, sempre pronti a trovare scuse e pretesti per spargere nuove dosi d’islamofobia qua e là nella rete, nelle piazze e anche in televisione.

A proposito di TV, la nota trasmissione “Dritto e Rovescio”, per non smentire la propria reputazione, ha realizzato un breve ma intenso reportage direttamente dalle strade di Brescia, con la chiara intenzione di mettere in cattiva luce l’Islām e i musulmani. All’impresa hanno però contribuito gli stessi musulmani locali, sottolineiamo di sesso maschile, almeno una parte di questi che ci auguriamo sia molto minoritaria.

La propaganda islamofobica ama dipingere l’Islām come una religione repressiva nei confronti delle donne, e va a nozze con quei mariti che in effetti costringono le mogli a una vita da prigioniera, spacciando davanti alle telecamere il loro comportamento brutale e vigliacco come conforme alle regole che i musulmani devono “seguire per andare in Paradiso”.

Vediamo allora quali sono queste regole e se sono effettivamente prescritte dall’Islām.

È vero che “nella nostra religione le donne devono stare a casa e pregare”, mentre “gli uomini vanno in moschea”? Sarà forse vero nella religione che queste persone professano, ma non lo è nell’Islām. Lo si può non sapere o ignorare perché scomodo, ma chi ha il coraggio di negare che il Profeta Muhammad (saw) aveva permesso che donne e uomini pregassero insieme nella stessa moschea? Questo è l’Islām, il resto è immondizia.

Nelle moschee del Profeta (saw), non esistevano barriere e le prime file destinate agli uomini non avevano alcun significato di preminenza rispetto alle donne: era infatti solo un modo necessario per evitare distrazioni (per entrambi) durante il sujūd. Nella prassi successiva è stata introdotta la separazione degli spazi, ma che non si dica che le donne musulmane non hanno il diritto di andare in moschea anche oggi, come ai tempi del Profeta (saw). Poi non possiamo prendercela con “Dritto e Rovescio” se qualcuno si fa idee completamente sbagliate delll’Islām, confondendole con le scempiaggini dei Talebani, dello “stato anti-islamico” e di chi li imita, come a Brescia e in altre località d’Italia.

Ancora, dove sta scritto nell’Islām che le donne non devono uscire di casa? Il Profeta e Aicha, figura di donna straordinaria ed esemplare (che Allāh sia soddisfatto di lei), andavano a cavallo insieme e facevano delle gare. Una volta vinceva l’uno, una volta l’altra. Questo è l’Islām, mentre non sono spregevoli quei mariti che fannno persino ironia sulla condizione d’isolamento a cui costringono la “moglie musulmana”? Come se ci trovassero qualcosa di divertente.

Si tratta comunque delle loro “regole” e non certo della sharīʿa. Di questo prendano nota anche a “Dritto e Rovescio”, quanto meno per onestà intellettuale. E il “rispetto”? Il rispetto è una cosa nobile, da non confondere con la soddisfazione del proprio nafs allo stato più rozzo e primitivo, che si compiace semplicemente perché lei “non esce di casa”.

D’altro canto, perché una moglie dovrebbe voler uscire? “A casa ha tanto spazio, è grande”, e se esce lo fa solo “se serve qualcosa”, vale a dire per andare a fare la spesa, dal momento che il marito vuole che gli si cucini e che gli si serva la cena, naturalmente. Che grande uomo! Si sentirà pure così, ma sicuramente è un cattivo musulmano e una persona molto cattiva.

In queste circostanze, anche il velo può diventare una costrizione, per la gioia di quelli di “Dritto e Rovescio” che non aspettavano altro che poterlo scrivere a chiare lettere per farlo leggere a milioni di telespettatori.

Carissime sorelle, donne musulmane di Brescia e di tutto il mondo: abbiate rispetto per voi stesse e in nome di Allah swt, cacciateli di casa! Aicha già l’avrebbe fatto.

Un commento

  1. Mi chiamo Mansur Muhammad Farano e da italiano convertito all’Islam, non posso che apprezzare queste vostre spiegazioni, islam non è oppressione femminile, questi signori sono la peggiore pubblicità ai musulmani e Islam invece non promuove minimamente la discriminazione contro le donne

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