RAMADĀN A GAZA
(10/3/24)
Alla vigilia di Ramaḍān, i bambini di Gaza hanno acceso come ogni anno i fuochi d’artificio, Alḥamdulillāh. Tuttavia, solo una piccola minoranza della popolazione palestinese della Striscia ha potuto dare il benvenuto al mese sacro secondo la tradizione locale. Il numero di sfollati dalle proprie case a causa della furia terroristica di Isra43ll e Satan17u ha raggiunto l’incredibile cifra di 1.9 milioni, e i fuochi d’artificio non possono essere utilizzati per il rischio che le tende dei campi profughi vadano a fuoco, bruciando così anche quest’ultimo tetto per i fratelli e le sorelle palestinesi.
I genitori hanno comunque voluto abbellire le abitazioni di fortuna con luci e decorazioni, nel tentativo di creare l’ambiente ideale che possa far dimenticare ai bambini l’immane tragedia della guerra sionista che li ha colpiti, facendogli vivere al meglio (per quanto possibile) lo spirito autentico del Ramaḍān, malgrado le oltre 500 moschee distrutte o danneggiate e la crisi alimentare catastrofica, prossima a una carestia, impiegata deliberatamente come arma dall’unica “democrazia” del Medio Oriente. Sottoposti al freddo e alle intemperie, i fratelli e le sorelle palestinesi però non mollano.
Circondati da morte e distruzione, i sopravvissuti chiedono il cessate il fuoco per il Ramaḍān, ma confidando in Allāh swt sono pronti ad affrontare ulteriori calamità e continuano a tenere alta la bandiera dell’Islām e dei musulmani, senza dimenticare la sofferenza dei cristiani, perché siamo tutti essere umani. Ramaḍān Mubārak a tutti i lettori e gli amici di Jihād senza Spada. Gaza libera, Palestina libera, ora e sempre. ☝️🇵🇸
RAMADĀN in GAZA
(3/10/24)
On the eve of Ramaḍān, the children of Gaza lit the fireworks like every year, Alḥamdulillāh. However, only a small minority of the Palestinian population of the Strip was able to welcome the holy month according to the local tradition. The number of the displaced by the terrorist fury of Isra43ll and Satan17u has reached the incredible figure of 1.9 million, and fireworks cannot be used due to the risk that the tents in the refugee camps will catch fire, thus burning also the last roof available for the Palestinian brothers and sisters.
However, the parents wanted to embellish the makeshift homes with lights and decorations, in an attempt to create the ideal environment for their children to forget the enormous tragedy of the Zionist war, making them live in the best way (as far as possible) the authentic spirit of Ramaḍān, despite the over 500 mosques destroyed or damaged and the catastrophic food crisis, close to famine, deliberately used as a weapon by the only “democracy” in the Middle East.
Subjected to the cold and bad weather, the Palestinian brothers and sisters do not give up. Surrounded by death and destruction, the survivors ask for a ceasefire amid Ramaḍān, but trusting in Allāh swt they are ready to face further calamities and continue to hold high the flag of Islām and Muslims. And we should not forget the suffering of Christians as well, because we are all human beings. Ramaḍān Mubārak to all readers and friends of Swordless Jihād. Free Gaza, Free Palestine, now and always. ☝️🇵🇸
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ISRA43LL, SE QUESTA È “AUTODIFESA”
(25/02/24)
La furia genocida e terroristica di Isra43ll e Satan17u è davvero implacabile. L’assalto finale alla città di Rafah sembra essere solo rinviato e, con la scusa di continuare la caccia ad Hamas, la sorte degli oltre 2 milioni di palestinesi che lì si sono rifugiati resta appesa tra il massacro e la Nakba dello sfollamento in territorio egiziano. Nel frattempo, la macchina da guerra sionista ha intensificato gli attacchi ai danni del Libano, alzando sempre di più il tiro verso nord in direzione di Beirut.
Negli ultimi giorni, si sono infatti registrati pesanti bombardamenti in villaggi nei pressi di Saida, nella regione di mezzo tra la capitale e il sud del paese. Uno sconfinamento volto con ogni probabilità a generare fitna, facendo salire ulteriormente la tensione tra la popolazione libanese, dal momento che gli obiettivi colpiti non solo di natura militare ma civile. Si tratta di fabbriche, terreni e infrastrutture, che nulla hanno a che fare con l’azione di Hezbollah in risposta alla distruzione in corso nella Striscia di Gaza, come invece Satan17u vuole far credere per giustificare l’escalation anche su quello che per Isra43ll è il fronte settentrionale.
Le immagini e i video relativi ai bombardamenti che giungono dai dintorni di Saida sono davvero inquietanti, e nell’ottica isra43lliana si tratta solo di un avvertimento diretto al resto del paese… Non paghi del terrore e dei danni seminati, è giunta poco dopo l’uccisione della piccola Amal Aldur, martire di soli 6 anni non sopravvissuta alle ferite provocatele dai raid sionisti che infestano quotidianamente il sud del Libano e avevano poco prima ammazzato la madre, Khadija Salman, 40 anni.
È questa auto-difesa? Amal Aldur crescendo sarebbe diventata una “terrorista”, risponderebbe Satan17u, nelle vesti di Faraone a parti invertite… Tuttavia, “coloro che rompono il patto di Allāh… e spargono” morte e distruzione “sulla terra. Quelli sono i perdenti (Sūrat al-Baqara, 2:27). ☝️🇵🇸🇱🇧
ISRA43LL, IF THIS IS “SELF-DEFENSE”
(2/25/24)
The genocidal and terrorist fury of Isra43ll and Satan17u is truly implacable. The final assault on the city of Rafah seems to have only been postponed. Therefore, with the excuse of continuing the hunt for Hamas, the fate of over 2 million Palestinian refugees keeps hanging between their massacre and the nakba of the displacement in the Egyptian territory. Meanwhile, the Zionist war machine has intensified its attacks on Lebanon, setting its sight increasingly on the north toward Beirut.
In recent days, there have been heavy bombings on villages near Saida, in the region between the capital and the south of the country. An encroachment aimed, in all likelihood, at generating fitna, raising further tension among the Lebanese population, since the targets that were hit are not military but civil in nature. Precisely, factories, lands, and infrastructures, which have nothing to do with Hezbollah’s action in response to the ongoing destruction in the Gaza Strip, as Satan17u wants us to believe to justify the escalation also on the “northern front”, as it is called by Isra43ll.
The images and videos of the bombings are truly disturbing, and from an Israeli perspective this is only a direct warning addressed to the rest of the country… Not satisfied with the terror and damage already sown, shortly after the news arrived of the killing of little Amal Aldur, a 6-year-old martyr who did not survive the wounds caused by the Zionist raids that are infesting southern Lebanon on a daily basis, and had shortly before killed her mother, Khadija Salman, 40 years old.
Is this “self-defense”? Amal Aldur would have become a “terrorist”, Satan17u would respond, in the guise of the new “Pharaoh” in a reversal of roles… However, “those who break the pact of Allāh… and spread” death and destruction “on earth. Those are the losers” (Sūrat al-Baqara, 2:27). ☝️🇵🇸🇱🇧
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GAZA, STOP GENOCIDE NOW!
(23/01/24)
Quasi non ci si crede che siano passati poco più di 100 giorni, perché a giudicare dalle cifre da capogiro che quantificano l’entità dei massacri e delle distruzioni in corso senza sosta nella Striscia di Gaza, sembrano passati 100 anni. Si parla di:
– Almeno 25.000 palestinesi uccisi (fonte ufficiale il Ministero della Sanità di Gaza, sì proprio lui), di cui 9,600 bambini (cifra confermata da Save the Children);
– 60 mila feriti, con 10 bambini al giorno a cui viene amputato un arto o entrambi (Save the Children);
– 8.000 persone di cui si sono perse le tracce (ancora il Ministero della Sanità di Gaza);
– 21 ospedali su un totale di 36 che sono stati chiusi, mentre i 15 restanti sono appena funzionanti (World Health Organization);
– Oltre 600 palestinesi rimasti uccisi all’interno di strutture ospedaliere a seguito degli attacchi israeliani (World Health Organization);
– 1 milione e 700 mila sfollati (85 percento della popolazione), che vivono in tende privi di minimi mezzi di sostentamento e tra questi 500 mila rischiano letteralmente di morire di fame (Nazioni Unite);
– 79 giornalisti e operatori dei media uccisi, 16 feriti, 3 scomparsi e 21 sopravvissuti arrestati.
I numeri non mentono e dicono tutto sia dell’odio ceco e brutale che anima il terrorismo di Israele, che dell’enorme cecità strategico-militare, unita alla più totale mancanza di rispetto e senso di responsabilità verso la vita dei palestinesi, di chi questo incredibile meccanismo di morte lo ha scatenato (una simile stoltezza può davvero assumere la dignità di “jihād armato”, evocato da molti con una certa leggerezza?).
Mentre la media dei palestinesi quotidianamente ammazzati (Oxfam) è la più alta tra i conflitti verificatisi in epoca recente – 250 al giorno, molto più che in Siria (96.5), Sudan (51.6), Iraq (50.8), Ucraina (43.9), Afghanistan (23.8) e Yemen (15.8) – la seconda “nakba” è tragicamente sfociata in “genocidio” sotto gli occhi del mondo intero, occhi di spettatori sia impotenti che complici.
Tutto in 100 giorni, senza contare che la fine di questo tunnel di sofferenza e dolore è ancora lontana. Non si parla nemmeno più con insistenza di un cessate il fuoco per dare un po’ di respiro alla popolazione stremata, e ancor meno di una cessazione immediata della barbarie senza precedenti di cui sono vittima i fratelli e le sorelle palestinesi.
Preghiamo affinché Allah swt li sostenga, preservi e ricompensi. E che da questa immensa tragedia possa far nascere un fiore. Palestina libera! 
GAZA, STOP GENOCIDE NOW!
(01/23/24)
You almost can’t believe that just over 100 days have passed, as they seem 100 years by looking at the mind-boggling figures that quantify the extent of the massacres and destruction ongoing relentlessly in the Gaza Strip. We are talking about:
– At least 25,000 Palestinians killed (according to the Gaza Ministry of Health as official source, yes exactly that one), of which 9,600 are children (figures confirmed by Save the Children);
– 60 thousand injured, with 10 children a day having one or both limbs amputated (Save the Children);
– 8,000 people whose traces have been lost (again the Gaza Ministry of Health);
– 21 closed hospitals out of a total of 36, while the remaining 15 are barely functioning (World Health Organization);
– Over 600 Palestinians killed in hospital facilities following Israeli attacks (World Health Organization);
– 1 million and 700 thousand displaced people (85 percent of the population), living in tents without minimal means of subsistence and, among them, 500 thousand are literally at risk of dying of hunger (United Nations);
– 79 journalists and media workers killed, 16 injured, 3 missing, and 21 survivors arrested.
Numbers don’t lie and they say everything about both the blind and brutal hatred animating Israel’s terrorism, and the enormous strategic-military blindness, combined with a total lack of respect and sense of responsibility toward the lives of the Palestinians, of those who unleashed this incredible mechanism of death (can such a foolishness really assume the dignity of “armed Jihād”, which continues to be evoked by many with a certain lightness?).
While the average number of Palestinians killed on a daily basis (Oxfam) is the highest among the conflicts that have occurred in recent times – 250 per day, much more than in Syria (96,5), Sudan (51,6), Iraq (50,8), Ukraine (43,9), Afghanistan (23,8) and Yemen (15,8) –, the second “nakba” has tragically resulted in a “genocide” before the eyes of the whole world, the eyes of both helpless and complicit spectators.
All this in 100 days, not to mention that the end of this tunnel of suffering and pain is still far away to come. It’s not there anymore even any persistent talking of a ceasefire to give the exhausted population some respite, and even less of an immediate cessation of the unprecedented barbarity of which the Palestinian brothers and sisters are being victims.
We pray Allāh swt to support, preserve and reward them. And that from this immense tragedy a flower can be born. Free Palestine!
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“Come continuerai la tua vita dopo questo? Niente soldi, niente farina, niente gas, niente carburante”.
“Abbiamo Allah. Allah è qui. Lui è l’Ar-Razzāq. Non c’è nessun problema”. ☝️🇵🇸
“How will you continue your life after this? No funding, no flour, no gas, no fuel”.
“We have Allāh. Allāh is here. He is the Ar-Razzāq. There is no problem”. ☝️🇵🇸
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(7/11/2023)
Libano del sud. Rimas, Taline e Layan, tre bambine di 10, 12 e 14 anni, sono rimaste uccise in un bombardamento sionista insieme alla loro nonna. “I bambini stavano bruciando in macchina e io ero lì impotente. Non potevo fare nulla per salvarle”, ha affermato lo zio. Dopo i musulmani palestinesi di Gaza, l’ennesima strage di innocenti si estenderà al fronte “settentrionale”? ‘Astaghfirullāh, che la mano di Allah Ta’ala fermi la violenza di Golia contro Davide. Palestina libera☝️🇵🇸
Southern Lebanon. Rimas, Taline and Layan, three girls aged 10, 12 and 14, were killed in a Zionist bombing together with their grandmother. “The children were burning in the car and I was there helpless. I couldn’t do anything to save them”, said the uncle. After the Palestinian Muslims of Gaza, will there be another massacre of innocents extended to the “northern” front? ‘Astaghfirullāh, may the hand of Allah Ta’ala stop Goliath’s violence against David. Free Palestine ☝️🇵🇸
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(18/10/24)
Che il terrorismo dell’ISIS avrebbe soffiato sul fuoco degli avvenimenti in Palestina, strumentalizzando per i suoi fini shaytanici l’attacco condotto il 7 ottobre dalla Resistenza, c’era ampiamente da aspettarselo, come purtroppo dimostra quanto accaduto in Francia e Belgio negli ultimi giorni. Allo stesso tempo, i media hanno riservato scarsissima attenzione all’uccisione negli Stati Uniti del piccolo Wadea al-Fayoume, 6 anni, colpito a morte con 26 coltellate perché palestinese al grido di “Voi musulmani dovete morire”. Si tratta di un attacco terroristico islamofobo, sulla scia della mattanza di innocenti (anche essa attesa) in corso impunemente nella Striscia di Gaza. Perché non parlarne in questi termini, invece di farlo passare come fosse una qualunque notizia di cronaca nera? Doppi standard Harām! Palestina libera Alhamdulillah
That ISIS terrorism would have fanned the flames of the events in Palestine for its Shaytanic purposes, exploiting the attack carried out on October 7 by the Resistance, was widely expected, as unfortunately demonstrated by what happened in France and Belgium in recent days. At the same time, the media paid very little attention to the killing in the United States of the Wadea al-Fayoume, 6 years old, who was hit to death with 26 stab wounds because he was a Palestinian, while the murderer was shouting “You Muslims must die”. This is an Islamophobic terrorist attack, in the wake of the massacre of innocents (also expected) underway with impunity in the Gaza Strip. Why not to talk about it in these terms, instead of passing it off as if it were just any crime news story? Double standards Harām! Free Palestine Alhamdulillah
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(18/10/23)
Secondo le regole del Jihād “con” la spada, stabilite nel nobile Corano e nella Sunnah, è proibito distruggere edifici e uccidere persone malate… Saggiamente, il diritto internazionale umanitario riprende dall’Islām queste prescrizioni già divinamente “rivelate”. Ne consegue che l’attacco terroristico stragista che ha provocato oltre 500 vittime all’al-Ahli Arabi Baptist Hospital di Gaza non è solo un crimine contro l’umanità, ma è un crimine, un gravissimo crimine contro la Parola di Allāh swt. Alla Sua giustizia, non sfuggirete…
According to the rules of the Jihād “with” the sword, established in the noble Qur’an and in the Sunnah, it is forbidden to destroy buildings and kill sick people… Wisely, the international humanitarian law embeds from Islām these already divinely “revealed” prescriptions. It follows that the terrorist attack which caused over 500 victims at the al-Ahli Arabi Baptist Hospital in Gaza is not only a crime against humanity, but it is a crime, a very serious crime against the Word of Allāh swt. You will not escape His justice…
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(9/10/23)
PALESTINA, RIFLESSIONI A CALDO
L’operazione “Al Aqsa Flood” ha sorpreso tutti, non solo gli occupanti sionisti. Ha ricordato al mondo (e anche a molti musulmani) che la questione palestinese è una “questione islamica”, non semplicemente un conflitto per la conquista di terre e potere. I combattenti che hanno condotto l’operazione e continuano coraggiosamente a portarla avanti stanno facendo qualcosa davvero di serio per la Palestina, sebbene delle organizzazioni a cui appartengono (Hamas, JI) non condivideremo mai l’ideologia di fondo. I sentimenti per la Palestina sono però comuni ed è pertanto il momento dell’unità della Ummah. Con il cuore in mano e la testa sempre pensante, preghiamo affinché da tutto ciò la Resistenza riuscirà a trarre dei vantaggi concreti e significativi in termini strategici per il glorioso popolo palestinese, e che la vicenda non abbia come epilogo solo la solita mattanza dei palestinesi della Striscia di Gaza. Allāh A’alam
PALESTINE, REFLECTIONS IN THE HEAT
The “Al Aqsa Flood” operation surprised everyone, not just the Zionist occupiers. It reminded the world (and many Muslims as well) that the Palestinian question is an “Islamic question”, not simply a conflict over land and power. The fighters who courageously conducted the operation and continue to carry it forward are doing something serious for Palestine, although we will never share the underlying ideology of the organizations they belong to (Hamas, JI). Our shared feelings for Palestine calls for the unity of the Ummah and therefore, with our hearts and thinking heads, we pray that the Resistance will be able to gain concrete and significant advantages in strategic terms for the glorious Palestinian people, and that the story will not conclude only with the usual massacre of the Palestinian people in the Gaza Strip. Allāh A’alam
Jihād senza Spada 