OCCHIO AGLI “HATERS”!

Dopo la pubblicazione dell’articolo su “Shaytānistan”, ci siamo accorti di quanti fratelli siano purtroppo accomunati da sentimenti di profondo odio e violenza. Odio e violenza di cui sono intrisi diversi messaggi ricevuti dalla redazione del blog. La nostra colpa è stata semplicemente quella di criticare coloro per i quali “uccidere una persona con 17 pugnalate è sunnah”. Guai a far notare il contrario!

Potrebbero essere teppisti, hooligans o ultrà, picchiatori da strada o picciotti mandati a menare per riscuotere il pizzo, rissaioli e buttafuori nel senso volgare del termine. In questo caso, sarebbe tutto nella norma. La tragedia, invece, è che tali soggetti agiscono come “haters” sui social media per conto di Shaytān, spacciandosi per super-musulmani ultra-devoti che considerano miscredenti, servi dei kafir, munafiq, sufi e altro ancora, quei musulmani che non intendono “odiare per amore di Allāh” e non praticano il “culto della violenza”, pur non avendo mai negato che il jihād quando ve ne sono gli estremi possa anche essere offensivo ‒ con la spada ‒ e non facendo sconti a nessuno sul rispetto della verità dell’Islām dal punto di vista teologico e dottrinario.

Se cerchi il dialogo e di farli ragionare, portando a sostegno argomentazioni basate sul Corano e la Sunnah del Profeta Muhammad saw, fanno finta di non leggere, vedere e sentire, preferendo continuare a sbattere la testa contro il muro della loro interpretazione stupida dell’Al Wala’ Wa’ Bara’, come se avessero la tessera numero uno del fan club dell’“emiro Ibn Al Khattab” o dello “shaykh Usama bin Laden”, o magari di Abu Ibrahim Al Hashimi Al Qurayshi: gli stanno facendo il funerale adesso?

E se gli tocchi Zakir Naik, mettendoli in guardia sulla sua reale essenza di “sviatore” professionista, perdono pure tempo a registrare video-minaccia con i quali pensano di poter paralizzare le nostre dita sulla tastiera, anche se noi continuiamo e continueremo sempre a scrivere senza paura: #Ban_Zakir_Naik.

Interpretando il Corano a modo loro per il piacere di Shaytān, costituiscono esattamente il motivo per il quale JSS è nato, poiché al centro della loro visione pseudo-religiosa c’è solo ed esclusivamente la violenza, a cui ricorrere ovunque e comunque. Se si osa ribattere che spesso il jihād armato si è rivelato controproducente ‒ non per le organizzazioni (terroristiche) che hanno preteso di combatterlo, bensì per la più ampia popolazione musulmana che ne ha subito le conseguenze ‒, invitando ad un approccio strategico e militare più intelligente sull’esempio straordinario del Profeta Muhammad saw, la risposta è che il nostro sarebbe un tentativo di aggiungere “dello zucchero alla religione”, dal momento che è “ovvio, serve la violenza”… ma quanta sapienza!

Violenza, violenza, sempre violenza… mista a deliri tragicomici, che arrivano a coinvolgere persino le donne di cui si ergono a protettori. Chissà che cosa ne pensano le donne stesse…

E poi sangue, sangue, sangue, anche quando sono altri utenti a cercare di farli ragionare.

Oltre che nella rete di internet e sui social media, si aggirano nelle strade delle città d’Italia (fate attenzione padovani!), esibendo velleità fotografiche e un dubbio senso dell’ironia, quando si fingono 18enni che si svegliano presto la mattina per prendere l’autobus e andare a scuola, mentre sul proprio profilo Instagram è tutta un’esaltazione di parate militari in stile talebano-qaedista, di attentati e guerre, di tagliagole e bombaroli fatti passare per mujāhidīn.

Si beano dei loro sproloqui bellicosi, facendo copia e incolla di hādith e presunte adillah, e ripeteno come pappagalli le parole d’ordine che Shaytān che gli comanda, convinti di dire chissà che cosa quando si tratta semplicemente di castelli di carta, che basta un articolo di JSS per far venire giù.

Sono buoni solo a spargere odio e violenza, e saranno sepolti dai loro stessi cattivi sentimenti. Che Allāh swt abbia pietà di loro, se lo desidera.

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