LA STRANA ALLEANZA CON TALEBANI E ISIS: IL CASO DEL “WHITE JIHĀD”

Di recente qualcosa è cambiato negli ambienti dell’estrema destra terroristica europea ed occidentale. I militanti del cosiddetto “White Jihād” si stanno dirigendo sempre di più verso l’Islām?

Sicuramente ricordate la brutta figura di Anders Breivik, autore del doppio massacro di Oslo-Utoya, freddamente eseguito il tragico 22 luglio del 2011. Per il biondo vichingo norvegese, i 77 morti e oltre 200 feriti servivano a pubblicizzare il suo “Manifesto” di oltre 1.500 pagine, nel quale, in sostanza, proclamava l’obiettivo fondamentale della “sua battaglia”, vale a dire cacciare i musulmani dall’Europa. “La colonizzazione islamica aumenta ogni anno”, sosteneva preoccupato. “Non è possibile sconfiggere l’islamizzazione o fermare/invertire la colonizzazione islamica dell’Europa occidentale senza prima rimuovere le dottrine politiche manifestate attraverso il multiculturalismo/marxismo culturale”.

Idee islamofobe strampalate e farneticanti, che hanno però esercitato un’enorme influenza sul corso degli eventi negli anni successivi. I “discepoli” di Breivik si sono infatti moltiplicati, tutti con il chiodo fisso dell’Islām da eliminare in quanto antitetico alla “civiltà cristiana” e perché i musulmani appartengono a razze diverse da quella cosiddetta “caucasica”, riservando l’accusa di alto tradimento ai “convertiti” bianchi in costante aumento.

I casi di moschee imbrattate con scritte insultanti o vandalizzate, date alle fiamme e oggetto di pianificazioni terroristiche sventate, sono stati così innumerevoli. Mentre le stragi, Alhamdulillah, “soltanto” due: a Quebec City (29 gennaio 2017; 6 morti, 5 feriti) e Christchurch (15 marzo 2019; 51 morti, 40 feriti). Che Allāh swt benedica e ricompensi le anime delle vittime, e fermi la mano di chi vuole colpire a morte nuovi fratelli e sorelle musulmani.

A un certo punto, ecco però accadere la convergenza che non ti aspetti. Chi l’avrebbe mai detto che i Talebani sarebbero diventati i beniamini di suprematisti bianchi e cristiani fascisti per aver sconfitto l’Occidente delle lobby arcobaleno e femministe, dei vaccini e della “sostituzione etnica”? Tra “deviati” evidentemente ci si intende e all’estrema destra oggi c’è chi pensa sul serio di lanciare una “resistenza” armata in stile afghano per liberare l’Europa dall’okkupazione del politicamente corretto, stabilendo persino una qualche forma di non belligeranza e collaborazione con gli stessi Talebani e magari anche con l’ISIS.

Lo “stato anti-islamico” del terrore non fa più paura, anzi è diventato un esempio da seguire. Un cattivo esempio naturalmente Astaghfirullah.

Il “White Jihād” è pur sempre una guerra apocalittica, la cui posta in gioco è la “Dichiarazione d’indipendenza dell’Europa”, che nella folle narrativa di Breivik verrà proclamata in un fantomatico “2083”. Di qui, il ricorso al suicidio mistico da parte degli esecutori di attacchi terroristici di matrice razzista, con tanto di “santificazione” online dello sciocco assassino di turno sui vari canal social dove si consuma il lavaggio del cervello della militanza. Lo sterminatore viene venerato al pari di un eroe e andrà sicuramente in Paradiso per aver donato il proprio sangue quale seme da cui dovrà germogliare la vittoria finale, dopo aver sparso quello delle sue vittime innocenti a colpi di arma da fuoco.

Si tratta per lo più di giovanissimi “radicalizzati” come Ryan Palmeter, il 21enne neo-nazista che il 26 agosto scorso nella città di Jacksonville, Stati Uniti, con pistola e fucile ha ucciso 2 uomini e una donna perché di “colore”, togliendosi poi egli stesso la vita prima dell’arrivo della polizia. Un riadattamento del copione che ha come protagonisti i presunti “martiri” indottrinati e reclutati dall’ISIS, inviati a uccidere e a uccidersi sulla base di un inganno che si fonda su un’abominevole manipolazione ideologica e dottrinaria del Corano e della Sunnah.

Individui senza scrupoli e completamente sviati, burattinai e a loro volta burattini nelle mani di Shaytan: quanto male potrebbero compiere se dovessero davvero unire le forze?

Le loro prospettive sono solo apparentemente contrapposte. Il punto di partenza è differente, ma condividono il nemico da combattere: l’Islām. Non c’è pertanto nessun accantonamento, neppure minimo, dell’islamofobia da parte del “White Jihad” nell’accostarsi all’ISIS. Piuttosto, è un dare manforte allo “stato anti-islamico” del terrore sempre allo scopo di attaccare la Ummah, dove invece non esistono distinzioni di razza e colore della pelle. Siamo infatti tutti musulmani, siamo tutti fratelli (Sūrat al-Ḥujurāt, 49:10)!

Nelle parole del Profeta Muhammad saw, tratte dal suo ultimo Sermone pronunciato sul Monte ʿArafāt:

“Tutta l’umanità deriva da Adamo ed Eva, un Arabo non ha alcuna superiorità su un non Arabo né un non Arabo ha alcuna superiorità su un Arabo; inoltre un Bianco non ha alcuna superiorità su un Nero né un Nero ha alcuna superiorità su un Bianco eccetto che per pietà e buone azioni”.

Amīn.

“Verso Allāh è il tuo ritorno, ed Egli ha potere su tutte le cose” (Sūrat Hūd, 11:4). Le ambizioni del nafs di Breivik sono fallite in partenza, come quelle dei “califfi” dell’ISIS. Se i militanti dell’estrema destra vogliono davvero salvare l’Europa e gli europei, sia qui nella Dunyā che nell’Ākhirah, non devono fare altro che pentirsi, ripudiare il terrorismo e abbracciare l’Islām, riconoscendo che non v’è altro dio all’infuori di Allāh e che Muhammad è il Suo Messaggero. Coraggio, potete farcela anche voi.

ašhadu ʾan lā ʾilāha ʾilla-llāhu wa-ʾašhadu ʾanna muḥammadan rasūlu-llāh

أشهد أن لا إله إلا الله وأشهد أن محمدا رسول الله

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