GUERRA IN UCRAINA: UN FRONTE CALDO ANCHE PER I MUSULMANI

Il conflitto armato che ha travolto l’Ucraina non si limita ad uno scontro tra kuffar, ma chiama in causa anche la Ummah. Anzitutto, i musulmani che risiedono in territorio ucraino e i musulmani delle truppe inviate dal presidente ceceno, Ramzan Kadyrov, che sono formalmente nemici, divisi tra il sostegno a Kiev e la sudditanza verso Mosca. Poi gli esponenti del solito fanatismo pseudo-religioso e guerrafondaio, che nutrono ambizioni di rilancio dei piani dell’ISIS e di Al Qāida nella regione del Caucaso. E infine ci siamo noi, i musulmani che da ogni angolo del mondo seguono con trepidazione le vicende in corso e cercano di orientarsi nella confusione di notizie e informazioni per meglio comprendere da che parte stare.

I MUSULMANI IN UCRAINA
Le stime sono alquanto variabili, da 500 mila a 1 milione, ma testimoniano di una presenza musulmana significativa sia in Ucraina che nella Crimea annessa da Mosca. Diverse le origini etniche, tartare principalmente, ma anche caucasiche, centro-asiatiche, turche e persino arabe. La loro storia è lunga secoli e secoli. Una storia fatta di oppressione, esodi e ritorni.

Oggi, nell’infuriare degli scontri, vi sono fratelli e sorelle musulmani che condividono con il resto della popolazione, oltre 40 milioni di persone, la mancanza di cibo ed elettricità, i lunghi momenti di tensione e paura, insieme alle contraddizioni che il conflitto porta con sé.  

Il reclutamento dei tartari e di altri musulmani nelle milizie ucraine di estrema destra che si contrappongono alla Russia nel Donbass, era già noto ed aveva fatto storcere più di qualche naso. Combattere l’invasore russo va bene, in memoria delle persecuzioni subite e anche dell’Afghanistan, della Cecenia e della Siria, ma sotto il comando di miscredenti per di più apertamente ostili ai musulmani? Il video dei proiettili che un miliziano ha intriso di grasso di maiale per dare il benvenuto in Ucraina ai ceceni di Kadyrov la dice lunga sulla tipologia dei loro compagni di battaglia contro Mosca.

Diciamo questo non per giudicare negativamente i tartari e gli altri musulmani che in Ucraina, si sono uniti alle milizie anti-russe, ma per mettere in rilievo come la vita terrena, specie nei casi più estremi, può essere fatta di circostanze dai risvolti ambigui dove anche per i più sapienti può essere difficile distinguere con certezza l’ḥarām dall’ḥalāl. Allāh swt certamente sa meglio di tutti, e sarà poi Lui a giudicare.

RAMZAN KADYROV: IL “FANTE” DI PUTIN
Vendutosi da tempo per potere e denaro a Vladimir Putin, tradendo la fede islamica professata, il presidente ceceno, Ramzan Kadyrov, ha schierato in territorio ucraino un contingente di 12 mila unità del ceceno, definendosi egli stesso un “fante” di Putin. “Il presidente ‒ ha dichiarato, in riferimento naturalmente a quello russo ‒ ha preso la giusta decisione e noi eseguiremo i suoi ordini in ogni circostanza”.

Una volta c’erano i “farfan”, i mercenari cristiani al servizio delle varie dinastie musulmane che controllavano il Nord Africa. Oggi, abbiamo i “farfan” al contrario in Ucraina, modello a dire il vero che Kadyrov ha già applicato in Siria, dove sono migliaia i ceceni impiegati nei compiti più svariati a sostegno delle truppe russe e dell’esercito del regime assassino di Damasco.

Eppure, Kadyrov non mostra vergogna nel recitare il copione di colui che è super-entusiasta dell’opportunità d’intervenire nel conflitto ucraino, senza rivolgere neppure un pensiero ai musulmani che si trovano come nemici dall’altra parte della barricata rispetto ai “farfan” ceceni sotto il suo comando.

Si è detto persino disposto a schierare 70 mila uomini per un’operazione su vasta scala che abbia come culmine la presa di Kiev, indossando i panni del conquistatore per darsi un tono davanti ai teleschermi e far dimenticare ai ceceni le violenze e le brutture di cui ha dimostrato di essere capace pur di restare al potere, compiacendo in tutto e per tutto Vladimir Putin.

Vuole piantare la bandiera, come si dice, ed ecco allora i suoi mercenari al soldo di Mosca issare quella cecena in varie località ucraine, come se non bastasse accanto a quella russa. Ḥarām! Un gesto non difficile da giudicare…

UNA DINASTIA DI “DEMONI”
Vista l’“associazione” con il Cremlino, che ha trascorsi storici a dir poco sanguinosi nei confronti dei tartari oltre che dell’Islām in generale, Ramzan Kadyrov non ha cercato in alcun modo di farsi passare per il liberatore dei musulmani in Ucraina. Da questo punto di vista, le sue colpe vengono da lontano, anzi lo precedono, risalendo al padre Achmat, Gran Mufti all’epoca della prima guerra cecena dopo la caduta dell’Unione Sovietica.

Fu Achmat Kadyrov ad aprire le porte della lotta per l’indipendenza a militanti estremisti, salvo poi pentirsene, poiché i vari Ibn Al Khattāb e Shamil Basayev intendevano stabilire l’archetipo di Daesh in tutto il nord del Caucaso. Per fermarli, chiamò in aiuto indovinate chi? Il neo-presidente della Russia, Vladimir Putin, che poté costruire le fondamenta della sua carriera di tzar proprio grazie alla “guerra al terrorismo” nella regione.

Una “guerra al terrorismo” fatta di torture, detenzioni illegali, case bruciate, raid d’interi villaggi e persino di fosse comuni con cadaveri mutilati, stando alle numerose denunce di organizzazioni internazionali, attivisti e giornalisti, come Anna Politkovskaya e Natalia Estemirova, entrambe assassinate.

Il risultato della “stabilizzazione” della Cecenia è stato così quello di produrre ancora più terrorismo, con attentati suicidi e prese di ostaggi tanto clamorose quanto disperate (teatro di Mosca, scuola di Beslan), in reazione alla brutalità del colonialismo russo verso i musulmani locali. La soppressione dell’anima autentica dell’indipendentismo ceceno aveva lasciato il posto al fanatismo pseudo-religioso e guerrafondaio, percepito quale unica alternativa rimasta a disposizione per liberarsi dal giogo del Cremlino.

Con l’uscita di scena di Achmat Kadyrov, ucciso in un attentato, Putin cominciò a fare affidamento proprio sul giovane Ramzan come suo braccio violento personale, ponendolo sul trono di un regime dittatoriale e poliziesco, autonomo solo formalmente e inglobato all’interno della Federazione Russa.

CAMBIO DI REGIME IN CECENIA, PACE IN UCRAINA!
“Io sono un musulmano, un ceceno ed un patriota russo. Quando nel 1999, la nostra repubblica è stata invasa da questi diavoli, abbiamo giurato sul Corano che li avremmo combattuti ovunque”, ha affermato Ramzan Kadyrov per giustificare l’invio di soldati in Siria, dove si erano riversati oltre 3 mila militanti provenienti dalla Cecenia. Tuttavia, a ben vedere è stata la brutalità dei suoi metodi, avallati da Putin, a spingere la nuova generazione di ceceni nei ranghi di varie sigle terroristiche, con l’ISIS che riuscirà a penetrare anche tra i giovani della diaspora in Europa, come Abdullakh Abouyedovich Anzorov, il decapitatore di Samuel Paty.

Al pari di Putin, Ramzan Khadyrov alimenta e strumentalizza lo “sviamento” armato che dice di combattere. È dunque uno di quei despoti che è causa dei problemi di cui si pone propagandisticamente come soluzione e, in quanto tale, andrebbe rimosso. Nel ricordare, allora, che “le preghiere di coloro che supportano i tiranni (e i terroristi) non saranno accettate”, lanciamo un messaggio ai soldati ceceni in Ucraina: “In nome di Allāh, il Compassionevole, il più Misericordioso, fate una cosa da musulmani: tornate a casa e buttate giù il regime di Ramzan Khadyrov. Liberate definitivamente la Cecenia sia dal colonialismo della Russia, che dalla continua minaccia del fanatismo pseudo-religioso e guerrafondaio. Ve ne renderanno merito anche i fratelli e le sorelle della Ummah intera”.

Per i musulmani in Ucraina invece preghiamo, affinché Allāh swt dia loro la forza di resistere con “pazienza” nelle circostanze drammatiche che stanno vivendo. Voglia l’Altissimo far scendere la Sua presenza di pace sull’Ucraina, come su tutte le regioni del mondo lacerate da guerre e violenze.

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